Cosa Nostra: una cultura da vincere!

L’attrice italiana Ottavia Piccolo si racconta in una lunga intervista esclusiva a Leonardo Vanni, presentando lo spettacolo, “Cosa Nostra spiegata ai bambini”, che andrà in scena giovedì 11 gennaio, ore 21.15, al Teatro degli Oscuri di Torrita di Siena.

Buongiorno Ottavia, come sta e come ha passato queste feste?

Buongiorno a te Leonardo, sto bene. Durante le feste io e mio marito siamo stati a casa di amici la sera del 24, mentre il 31, a casa da soli e siamo andati a letto presto; eravamo un po’ raffreddati. È venuto a trovarci nostro figlio, poiché lui vive a Milano e gira per tutta Italia: trovarsi è diventata una cosa rara, già il fatto di vederlo è stato il nostro regalo di Natale….Babbo Natale ci ha portato nostro figlio!

Parliamo dello spettacolo: Cosa Nostra spiegata ai bambini è la storia, la biografia poetica della Dottoressa Elda Pucci, la prima donna nella storia ad essere eletta come Sindaco nella Città di Palermo. A pochi giorni dal suo primo anno di mandato viene sfiduciata per aver agito con coscienza, onestà e nel rispetto del ruolo istituzionale che le era stato affidato contro la mafia. Cosa l’ha colpita di questa storia e perché ha deciso di raccontarla.

Quando Stefano Massini, che è ormai da quasi 20 anni il mio autore di riferimento, mi ha detto che aveva “scoperto” la storia di questa donna, mi sono ricordata perfettamente chi fosse Elda Pucci e anch’io mi sono chiesta dove fosse finita, perché non ho più saputo niente di lei. Ricordavo che nel 1983 mi aveva fatto impressione che una donna fosse diventata Sindaco di Palermo; era una rarità, soprattutto per una grande città. Allora i Sindaci non erano votati dalla popolazione ma erano espressione politica, quindi, ancora di più mi aveva colpito, però sinceramente poi l’avevo un po’ persa di vista; quando ho letto la storia mi sono appassionata perché è una storia emblematica e mi sarebbe dispiaciuto che non se ne parlasse più e che quello che aveva fatto non risultasse più da nessuna parte in quanto la sua storia come Sindaco era durata meno di un anno. Quello che aveva colpito Stefano Massini era che a Palermo non ci fosse una targa, una strada, un giardino, una panchina intitolata ad una persona che aveva fatto fare un salto di qualità alle donne. Grazie al nostro lavoro ed al nostro spettacolo, nel Municipio di Palermo c’è una targa che ricorda Elda Pucci la quale, per fortuna, non è diventata una martire perché non è stata uccisa, però proprio per questo è stata cancellata. Ciò che è successo quarant’anni fa ci fa capire certe dinamiche della malavita organizzata, che continuano ad esserci nello stretto legame tra politica, istituzioni e mafia, non solo a Palermo, come vediamo in giro per l’Italia e non solo. Ci è sembrato interessante raccontare questa storia: abbiamo fatto cinquanta repliche del nostro spettacolo ed abbiamo visto che la cosa interessa molto…quindi continuiamo a farlo!

Cosa Nostra Spiegata ai bambini è un testo di Stefano Massini. Lo scrittore ha voluto raccontare questa storia in 10 quadri, cosa rappresentano?

Questo spettacolo si chiama “Cosa Nostra spiegata ai bambini” non perché sia uno spettacolo per bambini ma perché, essendo Elda Pucci una Dottoressa specialista in pediatria ed avendo a che fare con i bambini, ma non solo, era molto amata a Palermo proprio perché al di fuori del suo lavoro ufficiale come medico, e poi come primario ospedaliero, andava nei quartieri disagiati a curare bambini di famiglie problematiche; quindi, era molto conosciuta. Di lei dicevano “: È quella che cura i picciriddi” perché, armi e bagagli, se ne andava a fare il medico di “strada”. Massini ha voluto intitolare ogni capitolo di questa storia ad un bambino (chiaramente inventato) ed attraverso la storia, anche minima, racconta di questi incontri che ha fatto con i bambini stessi; c’è sempre qualcosa in cui i bambini o quello che è successo loro insegnino qualcosa. Faccio un esempio: ad un certo punto lei parla di un bambino che si chiamava Nuzzo, un ragazzino della zona del centro di Palermo, il quale racconta che per la strada ci sono i bambini che si credono più forti degli altri e come dice lui “: Ci stanno i chiddi forti e chiddi no; chiddi forti stanno seduti sul muretto a guardare gli altri e mandano avanti la carne da macello, cioè quelli che contano poco”. Dopo questa storia che lui racconta la Dottoressa gli chiede “: ma tu sei uno dei chiddi forti?” e lui le risponde “: no, io sono di più, perché ho capito come funziona; quindi, mi faccio la mia strada e non mi faccio condizionare”. In base a questo racconto Elda Pucci afferma “: ho capito come vi vogliono usare, mandano avanti me e chiddi forti (cioè il potere, un potere mesto fra politico e mafioso) mi usano come testa di turco per continuare i loro affari, ma io lo so che mi stanno usando e quindi sono più forte, li posso manovrare”. In realtà poi non sarà così, perché Elda non è riuscita nel suo intento, anche se era cosciente di essere stata scelta come Sindaco perché pensavano che in quanto donna onesta e di alto valore morale, non intralciasse la mafia, mentre invece ha messo le mani dove non doveva, ad esempio in appalti poco chiari…e questa non gliel’hanno mai perdonata.

Lei cosa ricorda e come ha vissuto quel periodo storico?

Quel periodo storico, noi di una certa età, anche insieme a quelli un po’ più giovani ed un po’ più vecchi, lo abbiamo vissuto e ce lo ricordiamo perfettamente. La Sicilia in generale, Palermo in particolare era preda di una guerra: la seconda guerra di Mafia; c’erano morti e non solo direttamente per mano di delinquenti, ma c’era una quantità di morti per eroina come in tutta Italia e a Palermo in modo particolare. Dalla metà degli anni Settanta in poi Palermo era un posto in guerra, tanto che vi è stato mandato il Generale Dalla Chiesa, ammazzato pochi mesi prima che Elda Pucci diventasse Sindaco. È stato anche un periodo molto buio in cui i giovani in tutta Italia morivano di eroina; non che adesso non ci siano le stesse cose ma quello, purtroppo, è stato il salto di qualità voluto dalle nuove famiglie mafiose che hanno scansato la vecchia guardia, perché hanno cambiato Core Business, che era diventato l’eroina, e questa procurava morti, non solo in Sicilia e a Palermo ma in tutta Italia. Erano periodi in cui ci aspettavamo, a parte le famose morti eccellenti di servitori dello stato, politici che all’inizio avevano convissuto con le parti nere di una certa politica e che poi avevano capito che si doveva cambiare e, per questo, sono stati fatti fuori. Molti della Democrazia Cristiana, che all’inizio stavano in silenzio, quando hanno incominciato a dire che le cose non andavano bene sono stati fatti fuori. Oltre a loro sono stati eliminati anche esponenti delle parti avverse: Pio La Torre è morto in quel periodo; Piersanti Mattarella, uno dei rappresentanti della parte “buona alla luce del sole” della Democrazia Cristiana, è morto il giorno dell’Epifania del 1980. Elda Pucci arriva in un momento molto preciso ed è cosciente di essere stata messa lì dalla Democrazia Cristiana per rifarsi la faccia, in quanto voleva mandare via coloro che erano diventati impresentabili; tutto questo, però, alla fine non è servito.

Roberto Saviano, in un suo articolo scritto per il Corriere della Sera, afferma che il tema della mafia viene completamente ignorato dal dibattito politico ed in campagna elettorale viene affrontato in modo retorico. Condivide?

Si, condivido totalmente. L’analisi che fa Roberto Saviano è sicuramente attenta poiché è una persona che su questi argomenti ha studiato ed ha lavorato e per “colpa” di questa sua tenacia fa una vita d’inferno: è ancora con la scorta dopo anni ed anni. È una persona che non solo continua a lavorare, studiare e raccontare quello che vede, che sa e che analizza, ma deve continuare a combattere anche all’interno del mondo dei giornalisti e di una certa politica che dice “: ora basta, ha fatto i soldi con la mafia”. Di questo problema non se ne parla: ci sono grandi manifestazioni di cordoglio e commemorazioni; come quella del 23 maggio per ricordare la morte di Giovanni Falcone; la stessa cosa viene fatta anche per Borsellino, ma non si va oltre una chiacchera di facciata; il governo attuale non ha neppure fatto un accenno a tutto ciò. Alcuni di noi pensano adesso che la mafia sia quella della lupara e della coppola, ma sappiamo tutti benissimo che le cose sono cambiate: la mafia, come la ndrangheta ed altre organizzazioni di questo genere hanno fatto, purtroppo, dei grandi passi avanti e si sono infiltrate nell’economia, nel mercato; sappiamo benissimo che questo non succede solo in Italia, ma anche in tutto il mondo. Noi abbiamo esportato il nome: adesso esiste la mafia cinese, russa, venezuelana, messicana ecc.. e sono grandi organizzazioni che muovono tutto quello che serve: la droga, l’uranio, le armi, gli uomini, gli esseri umani usati come merce. Sappiamo benissimo, come diceva Falcone, che ogni cosa umana ha un inizio ed una fine; potrebbe anche finire, ma se non c’è volontà le cose restano sempre uguali.

Ci sono dei libri o dei documentari inerenti a questo tema che consiglierebbe ai nostri lettori?

Di libri ce ne sono a bizzeffe: mi viene in mente un libro di Marcel Padovani: “Cose di cosa nostra”; è una lunga intervista a Falcone e secondo me è fondamentale perché lui spiega esattamente come è fatta la mafia e la racconta in modo molto preciso e dice anche che la si potrebbe combattere, basta volerlo. Oppure l’altro giorno abbiamo fatto una presentazione dello spettacolo di “Cosa Nostra dedicata ai bambini” con la Regista Sandra Mangini a Rovigo dove andremo fra qualche mese; ci hanno chiesto di fare un film inerente all’argomento che avesse a che fare con il nostro spettacolo, poiché volevano unire teatro e cinema in un’unica serata. A me e Sandra è venuto in mente un film che raccontasse, quasi in presa diretta, che cosa fosse l’impasto tragico tra malavita e gli interessi sporchi della politica: un film di Francesco Rosi che si chiama “Le mani sulla città”. Questo è un film del 1963 e parla del “Sacco di Napoli”, cioè di come gli imprenditori legati ad una certa politica, che avevano degli interessi, riescano a manovrare la politica, distruggendo metà della città e ricostruendola in modo pazzesco. A Palermo tra gli anni Sessanta e Settanta è successa la stessa cosa e noi nello spettacolo ne parleremo; ad un certo punto si racconta di Vito Ciancinino, un costruttore diventato poi Assessore ad i lavori pubblici che, durante il suo mandato, ha firmato 4000 licenze edilizie in una notte, tutte ad amici, parenti, prestanome ecc.…queste hanno distrutto la città! Per capire certi meccanismi, come in questo caso, basta anche vedere il film: non si parla esattamente di quello ma racconta questa storia, inventata ma plausibile; infatti, alla fine si dice “: noi non raccontiamo una storia vera ma tutto quello che è successo è accaduto veramente”. Questo film si può trovare su YouTube e secondo me è molto importante: è un film bellissimo girato molto bene con attori di grande bravura come Rod Steiger ed altri presi dalla “strada”. È un film fatto quasi in presa diretta: potrebbe sembrare un documentario ma non lo è. È un film bellissimo che, almeno a me, ha fatto capire un sacco di cose. L’avevo visto negli anni Settanta, me lo ero dimenticato, poi sono andata a rivederlo e mi ha colpito tantissimo, anzi, mi ha stravolto.

Cosa è per lei il teatro?

Per me il teatro è una parte della vita, ormai è da sessantaquattro anni che faccio questo mestiere ed è un luogo dove si possono raccontare sia le cose vere che i sogni. È ancora un luogo magico e voglio continuare, fino a che mi regge il fisico, a raccontare le storie. È un luogo dove mi sento bene, sia quando sono sul palcoscenico che quando sono spettatrice…fosse per me andrei a teatro tutte le sere. Mi piacciono tutti i tipi di teatro; certe volte siamo abituati a pensarlo come una cosa unica, fatta solo in un certo modo. Il teatro è classico, è Shakespeare e Goldoni, è contemporaneo ma anche danza, di figura, stand up comedy…è tutte queste cose insieme. Secondo me è una forma d’espressione che cambia con più rapidità di altre; è raro che il cinema racconti la contemporaneità, il cambiamento…il teatro è più immediato. Ho questa percezione: che il teatro racconti meglio la contemporaneità, che non vuol dire la cronaca, altrimenti sarebbe la televisione o addirittura internet con la quale ormai siamo abituati a conoscere le notizie in tempo reale; invece  grazie al teatro si ha modo di elaborare, e quindi di rendere quello che poi ha sempre fatto da quando esiste e cioè qualcuno che ti racconta quello che c’è dentro l’essere umano ed il suo rapporto con la politica, con il divino, con la storia, con l’amore, con i sentimenti: gli esseri umani sono sempre gli stessi, cambia il contorno. Il teatro, come la letteratura, ti racconta gli esseri umani.

Leonardo Vanni

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