Margherita Guarnieri eredita dal nonno, che non vede da anni, la sartoria di famiglia. Al suo arrivo, scopre che l’attività è in perdita e ridotta quasi a museo, tanto che nulla sembra cambiato da quando era piccola, a parte il via vai di gente che la frequentava un tempo.

Rimasto come un “guardiano del faro” c’è solo Gregorio, lo storico aiutante del nonno, che Margherita conosce da quando era piccola, fin dai tempi in cui tutti a casa la chiamavano piccola Mina.

Sarà Gregorio, con i suoi modi di altri tempi, ad aiutare Margherita a scegliere la strada da prendere per salvare la Sartoria. Con l’arrivo di Ida, una stravagante stilista neolaureata, la piega di questa storia prende dei colori vivacissimi, pieni di colpi di scena.

Ma oltre a loro, tra ricordi, segreti e quaderni di abiti dal sapore retrò, c’è qualcun altro che fa da silenziosa spettatrice all’evoluzione della vicenda: una Calathea.

Grazie a questa piccola piantina a lei affidata, Margherita imparerà a prendersi cura di tante cose, delle persone che le stanno accanto e a perdonare anche il nonno, che scopre averla sempre amata tantissimo, anche da lontano.

“Se ti piace un fiore lo cogli, ma se ami un fiore lo annaffi tutti i giorni.”

NOTE DI REGIA

“Manca ciò che c’è.”

E’ dal vuoto, dall’assenza, che nasce l’arte come espressione della necessità di riempire, comunicare, celebrare quella mancanza. Così è stato per Calathea.

Un’eredità inaspettata pone al centro della vicenda personaggi “umani” e “non umani”.

Margherita è costretta dal lascito del nonno a fronteggiare i fantasmi del suo passato, tornando nei luoghi da cui da tempo ha preso le distanze. Sarà Gregorio, storico braccio destro nella gestione e nella crescita dell’attività di famiglia, a porla di fronte a un bivio: scappare o restare. Solo facendo pace con il suo passato Margherita sarà davvero pronta a prendere in mano la sua vita, senza fantasmi, senza brandelli da lasciarsi alle spalle.

La Sartoria Guarnieri interviene nella vicenda come un vero e proprio personaggio, dialogando con Margherita dal passato, tramite ricordi, immagini, segni e immaginari rievocati.  Allo stesso modo una Calathea osserva e, silenziosamente, agisce sui personaggi in scena, riportandoli di fronte ai loro limiti e ispirandoli nelle scelte, come fa con Ida.

Giovane neolaureata priva di radici che arriva nella sartoria quasi per magia, Ida con la sua vulcanica spontanea metterà a dura prova la pazienza di Margherita, fino a scoprire, inaspettatamente, di essere invece proprio nel posto giusto.

Un cantastorie, in un non luogo e in un non tempo, come un narratore onnisciente tesse con la sua musica le trame emotive di questa vicenda, osservatore compiaciuto degli avvenimenti.

La musica, così come i costumi, e tutte le scelte visive legate allo spettacolo, segnalano un ponte, un canale di congiunzione, tra gli anni ’40-’50, il tempo felice in cui il nonno curava la sartoria, e il presente, i nostri 2020 in cui Margherita tenta di ricucire lo strappo col suo passato.

Drammaturgia, testi e musiche di quest’opera teatrale nascono all’interno della Compagnia Teatro Giovani stessa, dalla forte esigenza di lasciare un segno, in un momento per noi importante, in cui è forte l’esigenza di celebrare.