Londra, 1902.
James M. Barrie è uno stimato autore teatrale, ma dopo anni di successi le sue ultime commedie mancano di qualcosa e non hanno più quella scintilla che lo ha reso famoso.
Nonostante le pressioni di Charles Frohman, il produttore dei suoi spettacoli, sua moglie Mary e di tutta la compagnia del Duke’s Theatre, James non riesce a trovare l’ispirazione per ricominciare.
Un giorno mentre è seduto a scrivere su una panchina ai Giardini di Kensington, conosce per caso la giovane vedova Sylvia L. Davies e i suoi quattro figli: Giorgia, Jack, Michael e Peter con i quali nasce da subito una grande intesa.
Cominciano a passare intere giornate a giocare insieme creando storie e viaggiando con l’immaginazione. L’intesa tra James e Sylvia si fa ogni giorno più forte e questo agli occhi dell’austera madre di lei è inaccettabile, perché ne va della sua reputazione e di quella della figlia.
Sylvia è una donna forte e nonostante la vita continui a metterla alla prova, non perde mai il sorriso e continua a cercare la felicità soprattutto per i suoi figli che ancora soffrono molto la perdita del padre, in particolare Peter che è taciturno e ride raramente.
James lo incita a scrivere, a sfogarsi e a credere in se stesso inventando storie sulla propria famiglia dando voce alla sua fantasia e insieme creano la storia e il personaggio di Peter Pan e la magica Isola che non c’è: un posto sicuro dove tutto è possibile e in cui si vive per sempre liberi e felici.
Neverland è la storia di una storia, una mappa per arrivare all’Isola che non c’è, un libretto d’istruzioni per imparare a volare quando il mondo ci crolla addosso; un sogno che diventa realtà solo se hai il coraggio di credere nelle Fate.